Si è tanto discusso
ultimamente di quanto il settore della produzione di beni in Italia
risenta della concorrenza asiatica, causato dall'aumento delle
importazioni di prodotti provenienti dall'Oriente : Il cosiddetto
“Made in Italy” , quello autentico per intenderci, sta diventando
merce sempre più rara.
A sfatare questa tendenza
negativa, ci pensa Ikea, il noto colosso svedese leader nel campo
dell'arredamento per la casa : infatti, l'Amministratore delegato del
gruppo in Italia, Lars Peterson ha annunciato di aver dato il via
libera per lo spostamento di 3 produzioni dall'Asia proprio nel
nostro Paese.
Le produzioni che
arriveranno dall'Asia avranno certamente un effetto benefico, in
quanto incrementeranno il numero di aziende che lavoreranno per gli
scandinavi; inoltre nel corso del 2012, i punti vendita di Ikea
saliranno a 20, per un totale di circa 11.000 persone impiegate.
Può essere l'inizio di
“un'inversione di marcia” , di una “controtendenza”
nell'economia italiana? C'è da augurarselo, soprattutto perchè la
strada che ha intrapreso Ikea non è motivata solo dalla simpatia per
il nostro Paese : se infatti gli svedesi hanno deciso di produrre da
noi è perchè, fondamentalmente, a loro conviene.
Per quali motivi?
Innanzitutto, per le spese riguardanti la logistica : i costi delle
materie prime e il trasporto sono notevolmente aumentati, incidendo
maggiormente sul prezzo finale. In secondo luogo, l'Italia possiede
una grande tradizione per ciò che riguarda il livello qualitativo
del prodotto finito; Ikea si è fatta due conti in tasca e ha
evidentemente capito che più l'articolo è fatto male, più aumenta
il rischio di reclami, con una conseguente perdita d'immagine per
l'azienda.
Ikea, a questo proposito,
ha voluto comparare la produzione di un suo famoso modello di
libreria, chiamata “Billy”, fatta sia in Italia che altrove :
ebbene, è emerso che quella prodotta nel nostro Paese è stata
quella che ha subito il minor numero di reclami e non può che essere
un motivo di orgoglio.
Auguriamoci che la
filosofia svedese unita all'estro e alla bravura dell'artigianato
italiano possano creare un connubio importante, affinchè possa
diventare uno dei primi mattoncini sui quali riedificare la nostra
economia attualmente dissestata.
Nessun commento:
Posta un commento