sabato 28 aprile 2012

I giovani riscoprono l'agricoltura e la pastorizia


I tempi di crisi che stiamo vivendo influenzano soprattutto e, inevitabilmente, i giovani, sempre più confusi riguardo al loro futuro : in particolar modo a risentirne sono gli studenti delle scuole superiori e delle Università che vivono con una certa preoccupazione la situazione attuale in vista degli anni futuri.

Alcuni (circa 3000 di loro) hanno già scelto e, armandosi di una buona dose di umiltà, hanno deciso di compiere un passo inusuale : quello di mettersi alla guida di un gregge e imparare il mestiere di pastore.


Fra loro, ovviamente, ci sono i cosiddetti “figli d'arte”, che vogliono dare continuità all'attività intrapresa prima dai loro genitori, ma ci sono anche numerosi “esordienti” che vogliono mettersi alla prova con questo mestiere che ha un sapore così antico.


Non solo : davanti all'idea di rivestire il ruolo di “precario” a vita, molti giovani si sono affidati anche all'agricoltura, perchè, in un certo senso, che lo si voglia ammettere o no, la “terra” rimane pur sempre una garanzia.

L'importante è saper investire bene le proprie risorse, puntando sulla qualità dei prodotti prima di tutto; così i giovani pastori e contadini hanno strappato dei pezzi di terra alla montagna per coltivare erbe officinali destinate alle erboristerie oppure aprendo nuovi alveari.

Nel solo Nordest si calcola che attualmente ci siano circa 53mila pecore e 5mila capre; chi ha scelto di coltivare l'orzo per fare la birra o chi invece ha puntato verso la coltivazione di piccoli frutti di bosco per fare dei succhi di frutta.

Ognuno di loro riconosce che la loro vita non è di quelle facili, i giorni di festa non esistono o quasi e, se non si ha la passione, meglio lasciar stare subito ancora prima di iniziare ; la vita dell’allevatore è impegnativa, ma regala spesso grandi soddisfazioni.

Il nuovo impulso registrato nel settore dell'agricoltura ha spinto la Coldiretti ad agire nel progetto di rilancio dei piccoli borghi montani ; la bella notizia è che villaggi quasi abbandonati , ridotti ormai a delle piccole comunità, stanno ritrovando nuove motivazioni e sviluppo. Le iniziative si susseguono e sono soprattutto rivolte alla riscoperta di antichi sapori perduti, come alcuni tipi di formaggi che ormai si erano quasi del tutto persi.

Il rilancio dell'agricoltura, operato dai giovani agricoltori e pastori, rappresenta senza dubbio un segnale forte e determinato alla voglia di ripresa economica del nostro Paese.


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