Il campionato di Serie A
volge al termine e la lotta tra le due antagoniste di quest'anno ha
appassionato milioni di tifosi in tutta Italia : l'esito è tutt'ora
incerto, anche se al momento la Juventus sembra recitare il ruolo di
favorita d'obbligo, per quello che sarebbe il 30esimo titolo.
Usare il condizionale è
d'obbligo, visto che la squadra torinese ha sempre rivendicato le due
vittorie quelle del 2004-2005 e del 2005-2006, che, come saprete,
sono state cancellate in seguito al processo denominato “Calciopoli”.
Siccome, il popolo
sportivo italiano si proietta sempre al futuro, uno degli
interrogativi che i “calciofili” si pongono nell'immediato è :
la Juventus, in caso di scudetto, ha il diritto di apporre sulla
maglia la fatidica “terza” stella, simbolo dei 30 campionati
vinti sul campo?
Sin da ora, si accendono
le polemiche : stella sì o stella no? L'impressione è che il calcio
in Italia stia correndo su due binari ben distinti che,
difficilmente, almeno in un prossimo futuro, potranno incrociarsi.
Le scorie del processo a Luciano Moggi, forse, hanno avuto una carica
radioattiva ancora più potente di una bomba atomica : ricordiamo
soltanto lo “schiaffo morale” che la Vecchia Signora ha stampato
alla principale antagonista, l'Inter, in occasione del big-match di
Torino, apponendo in bella vista, i due scudetti revocati, nei
corridoi dello Juventus Stadium.
Gli juventini, da una
parte, continuano a provare sentimenti di rancore e di ingiustizia
per quella che, secondo loro, è stata una congiura architettata dai
nemici, ai danni di chi stava dominando sul piano sportivo;
dall'altra parte, gli anti-juventini, tutti o quasi, che assicurano
che il verdetto di “Calciopoli” sia stato un atto legittimo
contro una squadra accusata da sempre di condizionare dall'esterno
l'operato degli arbitri.
Per ora, non ci resta che
aspettare : certo, se da una parte, l'apposizione sulla maglia della
terza stella ha certamente il suono della provocazione, dall'altra
bisognerà vedere quale sarà la controreazione della Federazione
Italiana Gioco Calcio, e fattispecie nella persona del presidente
Beretta, che dovrà decidere se considerare legittima o meno, la
rivendicazione bianconera.
Infatti, il regolamento
della Lega è chiaro in questi termini : l'articolo 10, che parla
delle divise da gioco, dice testualmente:
”Le
società sono tenute ad ottenere l’approvazione scritta della lega
nazionale Professionisti Serie A prima di indossare le divise in gare
di competizioni ufficiali della Lega stessa.
La
Lega comunica l’approvazione o i motivi della mancata approvazione
entro 7 giorni dal ricevimento degli indumenti.
Il
deposito delle divise dovrà sempre essere accompagnato da una
relazione dell’azienda fornitrice dell’abbigliamento,che dia ogni
più ampia spiegazione sui marchi, nomi, ed elementi grafici ivi
presenti.....”
Si
ha l'impressione che la prossima sarà davvero un'estate rovente, con
botta e risposta di carte bollate e divieti e ricorsi annunciati ; ma
d'altra parte, quando il calcio agonistico si ferma, di che cosa si
parlerà sui giornali sportivi?
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