L'Italia, da quasi tre mesi, si ritrova a fare i conti con l'India per la nota vicenda dei due fucilieri della Marina trattenuti in quelle patrie galere, e nello stesso tempo continua ad aiutare economicamente e in maniera cospicua questo paese.
Basti pensare che, nel 2010, per il progetto di Cooperazione per lo Sviluppo, l'India era presente nella speciale classifica dei 10 Paesi che "aiutavamo" di più, con 12 milioni di dollari. E quest'anno, pur non essendo previsti, erogazioni per progetti intergovernativi, è comunque in dirittura d'arrivo una donazione a favore delle piccole e medie imprese indiane.
Un altro paese privilegiato in fatto di aiuti è il Brasile che, sempre nel 2010, ha ricevuto dal popolo italiano la bellezza di 9 milioni di dollari ; è apprezzabile come lo stato sudamericano ci abbia ringraziato del nostro immenso gesto umanitario, mettendo in libertà il terrorista Cesare Battisti. Niente male.
C'è da dire che, nè l'India, nè il Brasile, figurano tra gli Stati cosiddetti "prioritari", cioè quelle nazioni che necessitano di maggiori aiuti : eppure, la generosità dell'Italia, ancora una volta, è andata ben oltre le aspettative, finanziando, ad esempio, con un piano triennale (2010-2013) la somma di 1.608.852 a favore dell'agricoltura familiare brasiliana.
Abbiamo inoltre provveduto ad aiutare i ragazzi delle aree svantaggiate di Rio De Janeiro, mentre, nello stesso tempo, il governo brasiliano sta cercando, invece, di cacciarli per costruire gli impianti migliori per i prossimi campionati del mondo di calcio del 2014.
E qui da noi si continua a parlare di "spread" e di "spending review" : vero, meglio continuare ad usare incomprensibili termini inglesi, così non corriamo il rischio di diventare meno ignoranti nelle questioni economiche. Occhio non vede, cuore non duole.
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