E' difficile immaginare
come trentadue vite perse abbiano avuto così poco valore. Eppure,
non sono passati nemmeno quattro mesi da quel 13 Gennaio in cui la
nave da crociera “Costa Concordia” naufragò nei pressi
dell'isola del Giglio, e ancora una volta gli interessi economici
prevalgono su tutto il resto.
Da quel giorno, le
polemiche infuriarono per la mancanza di un decreto che vietasse alle
navi da crociera di avvicinarsi troppo alla costa, un rischio
eccessivo non solo per la sicurezza dei passeggeri ma anche per la
salvaguardia dell'ambiente.
Dopo mesi di discussioni
in Parlamento, era stato finalmente varato un provvedimento
denominato “decreto rotte sicure” (o anche chiamato
“anti-inchini”) nel quale era stato espressamente vietato alle
navi di portata superiore alle 500 tonnellate di navigare entro 2
miglia dalla costa, le cosiddette aree protette.
Ma è stata proprio la
protesta delle zone interessate a far sì che il provvedimento
venisse modificato , abbassando il limite a 0,7 miglia (circa 1 Km.)
e se pensiamo che l'incidente della Costa Concordia è avvenuto alla
distanza di 500 metri dalla terraferma, possiamo dire che ancora una
volta tutto è finito in una bolla di sapone.
Erano troppo importanti
gli interessi legati al “business” degli acquisti dei turisti
nelle località costiere perchè si potesse rinunciare all'”inchino”
: in poche parole, i passeggeri potranno di nuovo comprare nei negozi
del lungomare magliette, portachiavi, soprammobili e souvenir di
ogni genere.
Il governo, dunque, di
fronte alle pressioni di carattere economico ha fatto dietrofront,
privilegiando ancora una volta il valore degli euro alle possibili
catastrofi ambientali : si era parlato, persino, di creare delle zone
“cuscinetto”che avrebbero comunque salvaguardato il movimento
turistico ,rispettando la sicurezza delle rotte di navigazione.
Evidentemente la natura
dell'uomo non è fatta per imparare dai suoi errori : i segnali che
erano arrivati dalle più alte cariche dello Stato avevano illuso che
qualcosa di importante poteva cambiare.
Così non è stato, la
tragedia del Giglio è destinata a rimanere un'altra sciagura della
storia che non insegnerà nulla al nostro futuro.
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