Alla vigilia di
Fiorentina – Novara, i tifosi pensavano che le due squadre
lasciassero trascorrere tranquillamente i minuti dell'incontro,
senza “colpo ferire” : ai viola bastava un pareggio per
assicurarsi , anche se non proprio matematicamente, la salvezza. La
banda piemontese, invece, ormai era già rassegnata da tempo alla
discesa nella serie cadetta.
Ed ecco che, già nel
primo tempo, accade l'impossibile : prima una “zuccata” del
brasiliano Jeda, poi un rigore di Rigoni portano in doppio vantaggio
gli uomini di Tesser; il pubblico fiorentino rumoreggia, come diceva
il toscanaccio Bartali , sembrava che tuonassero : “qui l'è tutto
sbagliato, l'è tutto da rifare”....
E così Delio Rossi,
allenatore dei viola, decide di dare una decisa sterzata alla rotta
senza destinazione della sua squadra, togliendo il giovane
trequartista Lijaic ed inserendo la punta, Ruben Olivera.
E' cosa però risaputa
che i cambi fatti nel primo tempo sono generalmente maldigeriti dai
giocatori e così il ragazzino slavo, impermalosito anche fin troppo
dalla scelta del mister, gli concede un applauso ironico condito
anche da qualche parolina di troppo : l'allenatore riminese prima
sembra far finta di niente poi, quasi come se fosse colpito dal morso
di una tarantola, si scaglia improvvisamente sul suo giocatore
colpendolo ripetutamente mentre era già seduto in panchina.
A nulla sono valsi i
tentativi dei compagni di fermare l'improvvisato incontro di boxe che
sicuramente ha attirato più l'attenzione degli spettatori che non il
gioco prodotto in campo : e così, dopo la scazzottata, come se nulla
fosse, Delio Rossi, avvicinato dal direttore di gara Giannoccaro,
rassicura tutti dicendo che è finito tutto lì, come se si fosse
trattato di una sonora sgridata di un genitore al proprio figlio.
La partita continua e,
solo per la cronaca, finirà 2-2 : né vincitori, né vinti.
Anzi sul campo, come
fuori dal campo, sono stati tutti perdenti. Eh sì, perchè a fine
incontro, arriva la notizia dell'inevitabile esonero dell'allenatore
dei viola, un perdente a cui la sceneggiata è costata davvero cara ;
così come perdente è stato Lijaic che, emulando le gesta di
numerosi ragazzini capricciosi del calcio contemporaneo, non ha
saputo accettare una sostituzione, con la maturità di un
professionista ; e perdente è stato pure l'arbitro Giannoccaro che,
con eccessiva incuranza, ha permesso questo episodio increscioso
senza prendere poi alcun provvedimento disciplinare.
Purtroppo, il principale
sconfitto è il gioco del calcio che, ancora una volta, ha perso una
buona occasione per dimostrarsi uno sport in grado di educare i
giovani alla disciplina, al “fair play” e al rispetto dei
compagni e degli avversari
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