Chi di noi, durante le
nostre giornate piene di attività frenetiche e stressanti, riesce a
non fare a pugni con la maleducazione, il menefreghismo e l'egoismo
che ci circonda? Una mancata precedenza nel traffico cittadino, una
spinta energica sulla metropolitana o il furbetto alla posta che
salta la coda per sbrigarsi più in fretta per pagare le bollette
sono solo alcuni classici esempi.
Sembrerà un paradosso o
forse sarà davvero la voglia di cambiare le cattive maniere in un
mondo più rispettoso ed educato, fatto sta che sta rinascendo in
grande stile la voglia di “Bon Ton”, i vecchi e sempre cari gesti
cortesi che sembravano in via d'estinzione o per non dire spariti; e
così si aprono un po' dappertutto corsi sul tema, si scrivono libri,
si pubblicano dispense, tutte con l'intento di recuperare la buona
educazione di un tempo.
Ma quali sono le
categorie di persone maggiormente interessate? Sono diverse e le più
disparate ; si va dalle giovani impiegate che vogliono conquistarsi
un ruolo importante nell'azienda oppure le studentesse che intendono
integrare le loro conoscenze con il buon “savoir faire”, ma anche
le casalinghe nutrono il desiderio di riscoprire le regole del “saper
vivere”.
Vengono organizzati dei
corsi dove viene spiegato, per esempio, come dev'essere apparecchiata
la tavola, come ricevere gli ospiti, come affrontare un imprevisto
oppure come essere sempre all'altezza della situazione in ufficio o
durante un pranzo di lavoro. Le persone che partecipano a questi
seminari sono interessate anche ad aspetti quasi totalmente
dimenticati, ad esempio, su come preparare un buon tè e come
servirlo alle amiche.
Anche l'editoria si è
data parecchio da fare in questo senso riscoprendo alcuni libri
storici sull'argomento come quello del costumista americano Edith
Head intitolato “How to dress for success” oppure “Ultimate
Guide to party planning & etiquette” di Liz Brewer.
Eppure c'è chi sostiene
che le buone maniere non si possano imparare frequentando dei corsi
specializzati oppure leggendo dei libri : l'educazione, dunque,
sarebbe legata al nostro retaggio familiare, a quello che ci hanno
insegnato i nostri genitori e soprattutto a come abbiamo impostato il
nostro modo di vivere e il rapporto con gli altri.
Affidarsi a dei
“trucchi”, quindi, servirebbe solo a costruire un'identità
artificiale che allontana per un pò dal nostro “io” gli effetti
della maleducazione ma che poi a lungo andare finirebbe per
riaffiorare : se non altro, provarci non costa nulla, no?
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