Questa sera, più che mai, il calcio ha confermato di essere veramente lo sport più bello del mondo e ci ha rammentato, inoltre, anche un'altra crudele verità : non sempre la squadra più forte è quella che, alla fine, si porta a casa la vittoria.
L'epilogo della prima semifinale di Champions League che vedeva opposti il Barcellona e il Chelsea , consegna sorprendentemente alla squadra londinese l'accesso alla finale di Monaco, regalando una profonda delusione al team, ormai si può dire, Campione del Mondo uscente.
La partita è stata, senza dubbio, una delle più belle degli ultimi anni : vibrante, ricca di colpi di scena, come in un thriller in cui fino alla fine si rimane con il fiato sospeso. Il Barcellona partiva dallo svantaggio subito all'andata e si gettava sin dalle prime battute nella metacampo avversaria alla ricerca del gol : la squadra di Guardiola giocava con la solita meticolosità, a tratti quasi indisponente, come ci eravamo abituati a vederla nei quarti contro il Milan.
Il Chelsea cercava di difendersi ordinatamente, non rinunciando a punzecchiare la retroguardia avversaria che, per necessità, doveva giocare alta e concedere qualche spazio di troppo : dopo alcune clamorose palle gol mancate dalla squadra spagnola, grazie anche ad un superbo Cech, i padroni di casa finalmente passano in vantaggio al 35esimo con Sergio Busquets, pronto a deviare nella porta sguarnita un pallone vacante.
Il Barca si esalta e sull'euforia del vantaggio pressa gli avversari : John Terry, capitano degli inglesi, perde la testa e scalcia Alexis Sanchez, l'arbitro non può fare a meno di cacciarlo, estraendo il rosso.
La partita sembra mettersi decisamente sui binari giusti per la squadra catalana e ad un minuto dalla fine del tempo, Iniesta, su assist di Messi, infila per la seconda volta Cech : il Nou Camp è in delirio, il Barcellona è in finale e, per giunta, in superiorità numerica.
Pronti,via, prima che finisca il tempo, la svolta dell'incontro. Ramires viene pescato in velocità, si lancia verso la rete e fa fuori Victor Valdes con un millimetrico pallonetto : 2-1 e tutto da rifare, inglesi che riacciuffano la finale.
Il secondo tempo inizia con gli spagnoli riversati costantemente nella metacampo inglese : il Chelsea è roccioso, completamente diverso da quello abulico e insignificante targato Villas Boas; si capisce che Di Matteo aveva preparato la partita "all'italiana", come direbbero gli inglesi, catenaccio e contropiede.
Dopo 4 minuti, l'ennesimo colpo di scena : per fallo di drogba in area, l'arbitro concede il penalty agli spagnoli : Leo Messi si incarica, come al solito, della battuta e clamorosamente manda sulla traversa. Come diceva una vecchia canzone di Francesco De Gregori, si potrebbe dire : Leo...."non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore..."
Messi accusa però il colpo e tutto il Barcellona comincia a rendersi conto che la serata è storta : usando una metafora cara agli spagnoli, la squadra di Guardiola sembra un toro ferito dalla lancia che si butta a capofitto verso il torero per cercare in tutti i modi di incornarlo : ci prova in tutte le maniere, a destra, a sinistra, al centro, poi ancora un palo di Messi e i miracoli di Cech.
Il "torero" inglese fa ondeggiare il drappo rosso davanti ai catalani incapaci di trovare il varco giusto per sferrare l'attacco e così, mentre tutto il Barcellona al 90esimo, è scoperto in avanti, Fernando Torres, proprio lui, El Nino, che aveva rilevato poco prima Drogba, si invola da solo verso la porta catalana, battendo Valdes. E' il definitivo 2-2, che fa ancora più male, visto che è proprio uno spagnolo a dover impugnare la lancia per trafiggere definitivamente il toro sconfitto.
Il Chelsea "italiano" di Di Matteo è in finale, sul volto di Guardiola è dipinta la delusione per aver detto addio in soli 3 giorni, prima alla Liga e poi alla Champions : Pep, pazienza, non sempre si può vincere...l'avventura ricomincerà il prossimo anno e chissà, magari questa volta in Italia con la maglia rossonera....
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