L'uomo,
si sa, da sempre ha sognato di creare un “alter-ego” artificiale,
tecnologico, che potesse un giorno fare meglio tutto ciò che un
essere umano è in grado di compiere, dai piccoli gesti quotidiani
alle operazioni più complesse.
Gli
ultimi nati della nuova generazione di robots appartengono
all’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, sono due e
sono stati chiamati “Icub” e “CoMan” : sono alti poco più di
un metro e hanno compiuto un percorso di evoluzione estremamente
rapido e significativo, tale che si prevede la loro completezza già
per la prossima estate.
Gli
“androidi” sono in stretta relazione l'uno con l'altro, anche se
per ognuno si cerca di sviluppare capacità e qualità diverse :
“iCub”, il primo, è stato creato con sensori molto potenti che
lo rendono sensibilissimo al tatto, abile nell'interazione con
l'ambiente che lo circonda ed è attualmente in grado di effettuare
delle operazioni che prima si ritenevano impossibili; non solo, le
sue facoltà “cerebrali” gli permettono di interpretare bene gli
ordini vocali che gli vengono impartiti dall'esterno grazie ad un
perfezionamento degli algoritmi utilizzati; impara velocemente ciò
che gli viene insegnato.
Icub
pesa 22 chilogrammi e , pur essendo piccolo di statura,è dotato di
arti inferiori, delle vere e proprie gambe,così che si può muovere
in maniera autonoma essendo alimentato da batterie.
Ma
Icub non è “single”, un figlio unico; pur essendo considerato
oramai a livello continentale come il vero e proprio simbolo della
nuova generazione di robotica europea, ha già ereditato 25 fratelli
sparsi in tutto il mondo.
L'intento
è quello di sviluppare autonomamente delle singole parti per poi
procedere all'integrazione in un secondo momento in “Icub”, il
capostipite genovese; il sogno è di poter arrivare a raggiungere
l'intelligenza equivalente a quella di un bimbo.
Se
“iCub” ha conquistato gli arti inferiori, il suo “compagno”
CoMan (da Compliant Humanoid) ha guadagnato quelli superiori.
L'obiettivo,
sin dall’inizio, era quello di dargli in dotazione dei giunti
flessibili e un'estrema padronanza nella deambulazione.
“CoMan”
rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la costruzione di
robot più adatti a interagire con l’uomo. Nei prossimi mesi, la
maggior parte delle sue parti metalliche saranno sostituite da fibre
di carbonio, materiali compositi e di nuovo tipo che riprodurranno i
legamenti; il tutto con lo scopo di renderlo più agile, più leggero
e meno consumatore di energia.
Speriamo
che le nuove ricerche nel campo della robotica portino un giorno a
correggere i “difetti umani” come l'egoismo e l'avidità e che
gli androidi diventino più umani di ciascuno di noi.
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