Lo spesometro colpisce
ancora : questa volta a farne le “spese” sono le scuole private e
la loro gestione. La denuncia parte naturalmente dall'ambiente
cattolico, da sempre sinonimo nel nostro Paese di istruzione d'elite,
tradizionalmente separata dalla comune scuola pubblica.
Mandare i propri figli in
un istituto privato comporterebbe sospetti di evasione fiscale o,
perlomeno, può essere usato, insieme ad altri dati,
dall'amministrazione fiscale per stabilire se un contribuente è
ricco o no.
A dire il vero, le rette
scolastiche erano già incluse nello spesometro “edizione 2011”,
ma da quest'anno scatterebbe l'obbligo di segnalare alle Agenzie
delle Entrate non solo l'importo della retta mensile ma tutto ciò
che una famiglia versa all'Ente scolastico anche per tutti gli altri
servizi direttamente collegati come la mensa, il doposcuola o corsi
supplementari pomeridiani non previsti dal normale programma
scolastico.
Tale provvedimento non ha
mancato di suscitare polemiche soprattutto per il confronto che
inevitabilmente nasce con i ragazzi che frequentano le scuole
pubbliche : ci si chiede infatti se sono solo gli alunni degli
istituti privati a mangiare mentre i figli dei “poveri” sono
costretti invece a digiunare.
Oppure, per ciò che
riguarda il servizio del doposcuola, si rammenta che molti genitori
che lavorano full-time, assumono ugualmente delle “baby sitter”
che devono essere comunque pagate.
Inoltre, per molte
famiglie, il pagamento della retta scolastica non è propriamente un
“lusso” ma si tratta di una somma accantonata con sacrifici, pur
di vedere i propri ragazzi proseguire brillantemente nella loro
carriera scolastica.
D'altro canto, la
reazione della Chiesa, in proposito, non poteva che essere negativa,
in quanto la maggioranza degli istituti scolastici privati italiani
sono attualmente gestiti da Enti religiosi ; si teme che la nuova
misura adottata dalle Agenzie delle Entrate finirà per penalizzare
la loro gestione, causando una sensibile diminuzione delle iscrizioni
scolastiche.
Se poi pensiamo che,
trent'anni fa nel 1991, le scuole cattoliche in Italia erano circa
11.000 e che nel 2009 si erano ridotte a poco più di 7.000, appare
inevitabile che questo provvedimento finirà per influenzare
ulteriormente in negativo la situazione della scuola privata.
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