sabato 28 aprile 2012

Uno scienziato ammette gli errori circa la "fine del mondo"


James Lovelock, la bellezza di 93 primavere sulle spalle, è uno scienziato inglese famoso in tutto il mondo per aver elaborato la “teoria di Gaia” , secondo la quale la Terra è vista come un organismo unico in crescita e con una propria legge di sopravvivenza.

Sei anni fa, nel 2006, Lovelock venne alla ribalta della cronaca internazionale, per aver annunciato scenari apocalittici, annunciando la prossima fine del nostro pianeta; era certo che miliardi di persone in tutto il mondo sarebbero morte e che le ultime persone che sarebbero sopravvissute, si sarebbero rifugiate nell'Artico, l'unico punto in cui il clima sarebbe stato tollerabile dalla razza umana.



Sul tema, Lovelock scrisse anche un libro intitolato, per l'appunto, “La vendetta di Gaia”, dove veniva affermato che ormai si era fatto troppo tardi per fermare il surriscaldamento della Terra; i seguaci delle sue teorie “catastrofistiche” alimentarono i loro timori creando un clima di terrore.

Ora, a distanza di 6 anni, lo scienziato inglese fa più di un passo indietro, ammettendo pubblicamente il suo errore e scusandosi per essere stato troppo allarmista. Ora come ora, afferma Lovelock, stiamo vivendo un periodo climatico estremamente incerto; il surriscaldamento profetizzato ha subito un notevole rallentamento dall'inizio del millennio, la temperatura media della Terra è rimasta sostanzialmente costante, mentre ci si aspettava che continuasse a salire in maniera preoccupante.

Nonostante questo, la situazione non è certo delle più rosee : il livello di CO2 (Anidride carbonica), nell'aria, è in aumento, con impennate improvvise di notevole entità, anche se non finisce, per il momento, per non influire particolarmente sulla temperatura.

Lovelock, comunque, smentisce che il riscaldamento globale potrà essere evitato dal nostro pianeta: soltanto che avverrà più tardi rispetto alle previsioni formulate dagli scienziati che si occupano di climatologia, anche perchè il tutto è confermato da ciò che stiamo assistendo in diverse parti del globo, dove fenomeni atmosferici del tutto eccezionali o molto rari, causano calamità di ogni genere.

L'importante, afferma Lovelock, è che ogni essere umano non dimentichi che il nostro pianeta, comunque, si trova in pericolo e che l'allarme lanciato dagli ambientalisti di tutto il mondo non è assolutamente “eccessivo catastrofismo”, ma solo un monito a guardare in faccia alla realtà senza nascondersi dietro un filo d'erba. 

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