martedì 24 aprile 2012

Nasce a Genova la nuova generazione di robots


L'uomo, si sa, da sempre ha sognato di creare un “alter-ego” artificiale, tecnologico, che potesse un giorno fare meglio tutto ciò che un essere umano è in grado di compiere, dai piccoli gesti quotidiani alle operazioni più complesse.

Gli ultimi nati della nuova generazione di robots appartengono all’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, sono due e sono stati chiamati “Icub” e “CoMan” : sono alti poco più di un metro e hanno compiuto un percorso di evoluzione estremamente rapido e significativo, tale che si prevede la loro completezza già per la prossima estate.



Gli “androidi” sono in stretta relazione l'uno con l'altro, anche se per ognuno si cerca di sviluppare capacità e qualità diverse : “iCub”, il primo, è stato creato con sensori molto potenti che lo rendono sensibilissimo al tatto, abile nell'interazione con l'ambiente che lo circonda ed è attualmente in grado di effettuare delle operazioni che prima si ritenevano impossibili; non solo, le sue facoltà “cerebrali” gli permettono di interpretare bene gli ordini vocali che gli vengono impartiti dall'esterno grazie ad un perfezionamento degli algoritmi utilizzati; impara velocemente ciò che gli viene insegnato.

Icub pesa 22 chilogrammi e , pur essendo piccolo di statura,è dotato di arti inferiori, delle vere e proprie gambe,così che si può muovere in maniera autonoma essendo alimentato da batterie.

Ma Icub non è “single”, un figlio unico; pur essendo considerato oramai a livello continentale come il vero e proprio simbolo della nuova generazione di robotica europea, ha già ereditato 25 fratelli sparsi in tutto il mondo.

L'intento è quello di sviluppare autonomamente delle singole parti per poi procedere all'integrazione in un secondo momento in “Icub”, il capostipite genovese; il sogno è di poter arrivare a raggiungere l'intelligenza equivalente a quella di un bimbo.
Se “iCub” ha conquistato gli arti inferiori, il suo “compagno” CoMan (da Compliant Humanoid) ha guadagnato quelli superiori.
L'obiettivo, sin dall’inizio, era quello di dargli in dotazione dei giunti flessibili e un'estrema padronanza nella deambulazione.
“CoMan” rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la costruzione di robot più adatti a interagire con l’uomo. Nei prossimi mesi, la maggior parte delle sue parti metalliche saranno sostituite da fibre di carbonio, materiali compositi e di nuovo tipo che riprodurranno i legamenti; il tutto con lo scopo di renderlo più agile, più leggero e meno consumatore di energia.

Speriamo che le nuove ricerche nel campo della robotica portino un giorno a correggere i “difetti umani” come l'egoismo e l'avidità e che gli androidi diventino più umani di ciascuno di noi.

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