sabato 28 aprile 2012

I giovani riscoprono l'agricoltura e la pastorizia


I tempi di crisi che stiamo vivendo influenzano soprattutto e, inevitabilmente, i giovani, sempre più confusi riguardo al loro futuro : in particolar modo a risentirne sono gli studenti delle scuole superiori e delle Università che vivono con una certa preoccupazione la situazione attuale in vista degli anni futuri.

Alcuni (circa 3000 di loro) hanno già scelto e, armandosi di una buona dose di umiltà, hanno deciso di compiere un passo inusuale : quello di mettersi alla guida di un gregge e imparare il mestiere di pastore.


Fra loro, ovviamente, ci sono i cosiddetti “figli d'arte”, che vogliono dare continuità all'attività intrapresa prima dai loro genitori, ma ci sono anche numerosi “esordienti” che vogliono mettersi alla prova con questo mestiere che ha un sapore così antico.

venerdì 27 aprile 2012

Il dopo Jobs della Apple continua a sorprendere


Il miracolo della Mela che, in barba alla legge di Newton, non casca mai dall’albero, non è ancora finito. Gli operatori finanziari di tutto il mondo hanno fatto e rifatto i conti per capire se ci fosse un errore di stampa dietro i dati della trimestrale di Apple. Possibile che l’azienda, orfana di Steve Jobs, avesse aumentato gli utili del 93%? Possibile che, grazie ad altri 12,6 miliardi di utili in tre mesi, il tesoretto nelle casse dell’azienda di San José, California fosse aumentato a 110,2 miliardi di dollari? Possibile, visto che i consumatori di tutto il mondo continuano a far la fila davanti alle meraviglie della Mela.

Da gennaio a fine marzo si sono venduti 35 milioni di i Phone 4 S, l’88% in più. Nello stesso periodo il mercato ha assorbito 11,8 milioni di iPad di ultima generazione (+151 %) disegnati da Jonathan Ive, il genio inglese del design che per vent’anni ha tradotto in linee sempre più semplici le idee di mago Jobs.
Tim Cook
 Il resto, dati i numeri, sembrano briciole: ma non sono certo pochi 4 milioni di iMac. E nemmeno i 7,7 milioni di iPod, l’unico prodotto della premiata ditta in declino (-15%).

Juventus, stella sì, stella no? L'Italia è divisa...


Il campionato di Serie A volge al termine e la lotta tra le due antagoniste di quest'anno ha appassionato milioni di tifosi in tutta Italia : l'esito è tutt'ora incerto, anche se al momento la Juventus sembra recitare il ruolo di favorita d'obbligo, per quello che sarebbe il 30esimo titolo.

Usare il condizionale è d'obbligo, visto che la squadra torinese ha sempre rivendicato le due vittorie quelle del 2004-2005 e del 2005-2006, che, come saprete, sono state cancellate in seguito al processo denominato “Calciopoli”.

Siccome, il popolo sportivo italiano si proietta sempre al futuro, uno degli interrogativi che i “calciofili” si pongono nell'immediato è : la Juventus, in caso di scudetto, ha il diritto di apporre sulla maglia la fatidica “terza” stella, simbolo dei 30 campionati vinti sul campo?

La Fiat si salva grazie a Chrysler


I dati relativi al primo trimestre 2012 per il gruppo Fiat sono chiari : se l'azienda torinese è ancora in grado di “galleggiare” nell'oceano della crisi automobilistica mondiale, lo deve soprattutto al marchio Chrysler, vestendosi, a tutti gli effetti, sempre di più “a stelle e strisce”.

Il gruppo torinese ha, infatti, chiuso i primi 3 mesi dell'anno con un utile della gestione ordinaria di 866 milioni contro i 251 del 2011 ; i risultati non possono essere realmente confrontati perché il marchio Chrysler ancora non era del tutto consolidato. Le vendite sono state pari a 20,221 miliardi di euro (da 9,210), con un margine operativo lordo di 1.929 milioni (contro 841) e l'utile netto di 379 milioni (contro 37).


Senza Chrysler, il gruppo torinese avrebbe chiuso “in rosso” la gestione ordinaria per 6 milioni contro l'attivo di 251 di 

giovedì 26 aprile 2012

In Parlamento, "giochini e giochetti" di stipendi e di fondi


Nel Parlamento esiste un fondo (per il momento congelato) che alla fine della legislatura arriverà alla cospicua cifra di 21 milioni di euro e che, con tutta probabilità, finirà per trasformarsi in una "interessante" bonus liquidazione  da 22 mila euro a testa per ciascun deputato o senatore.

 Il fondo è stato istituito a gennaio dagli uffici di presidenza sia della Camera che del Senato, in seguito al taglio annunciato di circa 1.300 euro al mese dell’indennità lorda che spetta agli onorevoli.

Il suddetto "taglio" non rappresentava una diminuzione dello stipendio ma si trattava di un "mancato aumento" nella busta paga di deputati e senatori.  Differenza sottile ma sostanziale, in quanto l’indennità parlamentare netta sarebbe infatti salita da 5 a 6.300 euro nette al mese grazie all’approvazione del nuovo regime previdenziale contributivo pro rata scattato che sostituisce il vitalizio per i parlamentari dal primo gennaio 2012. 

Un'insegnante di Alassio indagata per maltrattamenti


Una maestra severa oppure una sadica aguzzina, che si divertiva a torturare gli alunni? Il dilemma divide da una settimana la città di Alassio.

Al centro dell’inchiesta c’è Loredana Bellia, in cattedra da quasi trent’anni e considerata da molti genitori una maestra-modello proprio per il rigore con cui tratta i bambini, spesso abituati a un trattamento troppo permissivo tra le mura domestiche. 

Il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci ha indagato la docente per maltrattamenti, mentre il tribunale di Savona ha adottato un provvedimento di sospensione dall’insegnamento fino al termine delle lezioni. Le contestazioni mosse erano troppo pesanti, per rimetterla in contatto coi bambini che l’hanno denunciata, anche se il tutto è ancora da provare.

Gli stipendi in Italia sono penosi....ossia scoperta l'acqua calda !!!


I dati Ocse confermano che gli stipendi italiani sono penosi. Martedì l’Istat aveva calcolato che la distanza tra la crescita (residuale) delle retribuzioni e quella (sostenuta) dei prezzi non era così ampia dai primi anni 80. 

Ieri l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha reso noti i risultati delle ultime ricerche. L’Italia resta decisamente in basso nella classifica delle buste paga: fanno peggio di noi solo Spagna e Grecia  e non è un paragone di quelli che rincuorano. 


Secondo il rapporto annuale “Taxing wages 2011” lo stipendio medio netto di un lavoratore italiano, l’anno scorso si è fermato a quota 25.160 dollari: siamo il ventitreesimo dei 43 Paesi Ocse.